Il 22 aprile è la giornata mondiale della salute della donna e un aspetto che vorrei evidenziare tra le varie patologie che colpiscono più le donne rispetto agli uomini sono gli effetti dell’alcool sull’organismo femminile. Potrei iniziare da una vecchia ma significativa ricerca condotta negli anni ’90 nel Regno Unito su una coorte di adolescenti di sesso femminile che metteva in relazione il consumo di alcool e lo sviluppo di patologie della ghiandola mammaria.

Negli ultimi anni, in Italia, il Ministero della Salute, ha registrato un aumento delle donne che consumano alcol occasionalmente, che è passato dal 38,8% al 45,3% ed inoltre, le donne tra i 18 e i 24 anni sono più inclini a consumare l’alcol lontano dai pasti, passando dal 14,2% al 22,4%.

Nelle donne il consumo di alcol cresce al crescere del titolo di studio posseduto, in percentuale più alta rispetto al genere maschile e risulta prevalentemente associato a disturbi come bulimia, ansia, depressione. Inoltre, l’età media in cui si inizia a consumare alcol è 25 anni contro i19 anni dell’uomo.

Un ulteriore ricerca svolta nel 2020, sempre dal Ministero della Salute oltre a confermare un aumento del consumo femminile di alcol, ha riscontrato anche una variazione delle modalità del suo consumo:

  • il 6,4% delle donne ha fatto un maggior uso di alcol rispetto alle sue abitudini,
  • il 22,4% ha consumato alcol lontano dai pasti,
  • il 3,9% in modalità binge drinking,
  • il 9,4% ha consumato una quantità di alcol tale da mettere a rischio la propria salute.

Nell’arco degli ultimi dieci anni, inoltre, si è rilevato un aumento delle donne che consumano vino e alcolici fuori dai pasti e di pratiche che mettono a rischio la salute femminile.

Vediamo perché l'organismo femminile metabolizza l'alcol in modo diverso da quello maschile

  • Le donne hanno una minor resistenza alla tossicità dell’alcol rispetto agli uomini, perché hanno una massa corporea inferiore a quella maschile e processano l’alcol ingerito in modo diverso.
  • L’organismo femminile ha una capacità dimezzata di smaltire l’alcol, poiché il fegato produce una quantità minore dell’enzima epatico alcol deidrogenasi, necessario per degradare l’alcol.
  • La capacità minore del fegato femminile a smaltire l’alcol è causa di una maggiore tossicità, anche quando le quantità ingerite sono esigue.
  • Nel particolare, le ragazze adolescenti e le donne anziane sono più vulnerabili, a causa della minor propensione alla metabolizzazione dell’alcol.

Lo smaltimento dell’alcol passa per il 20% attraverso lo stomaco e per l’80% nel primo tratto dell’intestino. Quando l’alcol viene assunto a stomaco vuoto, viene assorbito più rapidamente ed entra immediatamente nel sangue.
Dal sangue, l’alcol passa al fegato che inizia il processo di digestione della sostanza tossica; durante questo processo l’alcol continua a circolare anche tra gli altri organi. Una piccola percentuale di alcol, tra il 2% e il 10%, viene eliminata attraverso l’urina, le feci, il respiro, le lacrime, il sudore e il latte materno.

Anche la tolleranza all’alcol è più bassa: occorre una minor quantità e un minor lasso di tempo, perché il corpo femminile si abitui al consumo di alcol e abbia bisogno di un quantitativo più alto, aprendo la strada verso la dipendenza. Inoltre, le donne sono maggiormente soggette al craving, cioè, al desiderio incontrollabile di assumere alcol, per sopprimere lo stress, dettato dalla costante ricerca di approvazione sociale, gestione della famiglia, dei figli e del lavoro.

Alcolismo nelle donne. Rischi e patologie

Le donne che sviluppano una dipendenza dall’alcol hanno dei sintomi diversi rispetto al genere maschile, seppur ugualmente gravi. Dal punto di vista fisico, l’alcol, come già detto, porta ad un maggior rischio di sviluppo del tumore al seno, perché incide fortemente sull’equilibrio ormonale, anche a fronte di un consumo cosiddetto “moderato” della sostanza. L’abuso di alcol influisce, anche, sulla fertilità: gli ormoni possono essere prodotti in quantità minore, con conseguente assenza di ovulazione e menopausa precoce. Inoltre, le donne che fanno uso di contraccettivi orali hanno la tendenza a mantenere l’alcol in circolo più a lungo.

Altre gravi patologie sono i danni al fegato come la cirrosi epatica e alle ossa, come la riduzione dell’attività osteoblastica, con  minor produzione di osteoblasti fino all’instaurarsi dell’osteoporosi. Le patologie della psiche, determinano forte aggressività, irrequietezza, ansia, stati di profonda depressione e problemi legati alla sfera neurologica.

C'è un'età per ogni cosa...

La capacità di smaltire l’alcol cambia anche in base all’età della donna che lo consuma e alla capacità dell’organismo di metabolizzarlo. Nelle adolescenti fino a 16 anni la capacità di smaltire l’alcol è pressoché nulla, perché il fegato non ha ancora sviluppato l’enzima detto alcol-deidrogenasi, utile alla sua degradazione. La capacità di smaltimento aumenta nella fascia 20-44 anni, quando l’organismo è completamente sviluppato; ma è proprio quest’intervallo di età che porta ad un maggiore consumo di alcol a stomaco vuoto, che ne incrementa l’effetto tossico.

Nelle donne sopra i 65 anni, diminuisce progressivamente l’assimilazione della sostanza da parte del fegato, ciò può essere causa di un’accelerazione della degenerazione neurologica, disturbi della memoria e problemi motori. L’assunzione di alcol massiccia e prolungata nel tempo ha un effetto estremamente dannoso sul cervello e un uso cronico porta allo sviluppo di numerosi deficit e disturbi sia dal punto di vista psicologico che fisico.

I danni dell’alcolismo sul sistema nervoso

L’alcol può diventare una sostanza tossica quando viene assunta in determinate modalità, in grande quantità e in un breve arco di tempo. L’assunzione frequente di alcol in modo sregolato porta con sé numerosi danni al cervello e al sistema nervoso centrale. Questo accade perché l’alcol ha un effetto depressore sul sistema nervoso centrale, avviene, cioè, un rallentamento dei segnali inviati ai neuroni e l’attività cerebrale viene modificata. L’alcol, infatti, influisce sul cervello in modo negativo poiché rallenta i processi cerebrali automatici controllati dal cervelletto e dalla corteccia, alterando:

  • respirazione;
  • equilibrio e movimenti;
  • capacità di linguaggio;
  • la capacità di acquisire nuove informazioni.

L’assunzione cronica di alcol causa, in più, una forte confusione all’interno del cervello che manifesterà un allungamento dei tempi di reazione e difficoltà di orientamento nello spazio, con perdite di memoria temporanee o permanenti causate dall’etanolo e dall’acetaldeide, sostanze che hanno un effetto tossico sulle cellule, portandole alla morte in breve tempo con conseguente perdita di memoria a breve termine o il cosiddetto “black out” durante la fase di assunzione.

Gli effetti negativi dell’alcol sulla psiche sono molteplici, come:

  • l’ansia,
  • la depressione,
  • l’aggressività,
  • la paranoia,
  • gli sbalzi di umore,
  • il senso di solitudine,
  • il distacco dalla realtà.

Ed è, proprio, l’ansia una delle patologie più riscontrate negli alcolisti che potevano già soffrirne prima di avvicinarsi all’alcol e pensavano che bere fosse l’unica soluzione per attenuarla. Altri, invece, vengono a svilupparla durante il periodo di astinenza e continuano a bere per allontanarla. In entrambi i casi, comunque sviluppano attacchi di panico, agorafobia, agitazione, aggressività, stati depressivi, malinconia, profonda tristezza e perdita di interesse per le attività quotidiane con conseguente propensione verso la depressione, i disturbi del sonno, i pensieri autolesionistici e un  forte senso di colpa e pessimismo verso il futuro.

Di prof.ssa Lucia Foderà

Lucia Foderà è docente di Biologia e Microbiologia e Igiene presso l'I.S. "Ruggiero D'Altavilla" di Mazara del Vallo. Presso lo stesso istituto è referente all'Educazione alla salute.

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