La prima volta in cui l’impronta genetica è stata utilizzata in ambito forense nel 1986 e la scoperta si deve al ricercatore dell’Università di Leicester, il dott. Alec Jeffreys.
Ma facciamo un passo indietro…
L'impronta genetica
Il primo modello di struttura a doppia elica del DNA fu proposta dalla chimica e fisica inglese Rosa Franklin. Nel 1953 si misero in punto le basi della biologia molecolare:
il codice genetico, i geni e la sintesi di proteine. Nel 1962 furono Watson, Crick e Wilkins a vincere il premio nobel per la medicina per tali scoperte.
L’indagine deduttiva che arrivava a inchiodare il colpevole grazie a una serie di indizi, ha dovuto cedere il posto all’indagine scientifica in cui è la prova ad avere la meglio su testimoni distratti e indizi inconsistenti. E la vicenda di Colin Pitchfortk ci aiuta a capire.
Il genetista Alec Jeffreys
Alec John Jeffreys è un genetista britannico. Ha inventato le tecniche dell’impronta genetica o fingerprinting genetico del DNA, rivoluzionando le tecniche di identificazione nella scienza forense.
Il 10 settembre 1984 Jeffrey esaminando ai raggi X i risultati di un esperimento sul DNA: inaspettatamente si osservavano sia similitudini che differenze tra il DNA di vari membri della famiglia di un suo tecnico. Nel giro di mezz’ora capì i possibili campi d’applicazione del fingerprinting genetico, che sfrutta la variabilità del codice genetico per identificare diversi individui. Il metodo è diventato di primaria importanza nella scienza forense per aiutare le indagini di polizia, nonché per risolvere problemi di paternità e di immigrazione.
L’esperimento ripropone i passaggi principali dei primi test di fingerprinting che consistevano in: digestione con enzimi di restrizione, elettroforesi e successiva visualizzazione delle bande di DNA.
Il DNA fingerprinting si basa sull’analisi di marcatori STR (Short Tandem Repeats o microsatelliti) presenti nel genoma di ogni individuo.
Gli STR consistono di brevi sequenze monomeriche (2-4 paia di basi) ripetute in tandem numerose volte e presenti in diversi cromosomi.
Il numero di ripetizioni è altamente variabile nei diversi individui, infatti insieme ai satelliti e ai minisatelli costituiscono i geni polimorfi che sono alla base della variabilità genetica tra gli individui.
L’analisi di sequenze STR può essere effettuata mediante il taglio del DNA con enzimi di restrizione (particolari proteine capaci di tagliare la molecola del DNA in siti specifici). Si ottengono in questo modo frammenti di DNA di diversa lunghezza, contenenti sequenze STR, che possono essere separati tramite elettroforesi su gel di agarosio.
In questo modo dal DNA è possibile ottenere un profilo genetico specifico per ciascun individuo e quindi confrontare il profilo genetico della scena del crimine con quello dei sospettati ed arrivare ad identificare il colpevole.
La storia di Colin Pitchfork
Ma chi era Colin Pitchfork?
Colin Pitchfork è un doppio assassino e stupratore britannico. E’ stata la prima persona condanna per omicidio e stupro utilizzando il profilo del DNA dopo aver ucciso due ragazze vicino Leicestershire: Lynda Mann nel novembre del 1983 e Dawn Ashworth nel luglio 1986.
Pitchfork visse a Newbold Verdon, fino al suo matrimonio nel 1981 con un’assistente sociale. Prima del suo matrimonio, era stato condannato per atti osceni ed era stato sottoposta a terapia.
Pitchfork aveva ottenuto il lavoro di fornaio in una pasticceria di Leicester e divenne particolarmente abile come scultore di decorazioni per torte fino al suo arresto per gli omicidi. Secondo il suo supervisore, era “un buon lavoratore e cronometrista, ma era lunatico… e non poteva lasciare sole le dipendenti”.
Nel 1979, Pitchfork constrinse una ragazza di 16 anni a entrare in un campo e la aggredì sessualmente.
Il 21 novembre 1983 Lynda Mann, 15 anni, di Narborough, Leicestershire, Regno Unito prese una scorciatoia per tornare a casa dopo aver fatto da babysittere invece di prendere la normale strada verso casa, non è rientrò a casa e i suoi genitori e i vicini hanno trascorso la notte a cercarla, fino al suo ritrovamento la mattina dopo violentata e strangolata in un sentiero conosciuto come Black Pad.
Nelle indagini vennero utilizzate le tecniche di scienze forense dell’epoca, la polizia, infatti, ha collegato un campione di sperma prelevato dal suo corpo a una persona con sangue di tipo A e un profilo enzimatico che corrispondeva al 10% dei maschi.
Senza altre piste o prove, il caso rimase aperto.
Nell’ottobre 1985, Pitchfork aggredì sessualmente un’altra ragazza di 16 anni, minacciandola con un cacciavite e con un coltello alla gola.
Il 31 luglio 1986, la quindicenne Dawn Ashworth lasciò la sua casa per far visita ad un amico.
I suoi genitori si aspettavano il suo rientro per le 21:30, ma quando non lo ha fatto, hanno chiamato la polizia per denunciare la sua scomparsa.
Due giorni dopo fu ritrova in una zona boscosiva vicino al senterio, Ten Pound Lane. Era stata picchiata, violentata e strangolata. Il modus operandi corrispondeva a quello del primo attacco e i campioni di sperma hanno rivelato lo stesso gruppo sanguigno.
La cattura e condanna di Colin Pitchfork
Un primo sospettato era Richard Buckland, un diciassettenne locale con difficolta di apprendimento che rivelò di essere a conoscenza del corpo di Ashworth e ammise il crimine sotto interrogatorio, negando però il primo omicidio.
A quel punto la polizia interpellò il professore Alec Jeffreys, esperto nell’analisi del DNA.
Jeffreys, accolse la richiesta, e in collaborazione con gli scienziati del Forensic Science Service inglese, confrontò i profili di DNA ottenuti dai campioni di sperma prelevati dalle scene del crimine e quello ottenuto da un campione di sangue prelevato dall’unico sospettato, e poco dopo consegnò alla Polizia i suoi risultati: le due violenze erano il risultato dell’opera di un unico uomo, ma questo uomo non era Richard Buckland.
Partì una gigantesca caccia all’uomo alla ricerca del soggetto il cui profilo genetico corrispondesse a quello delle violenze.
All’inizio del 1987, la polizia chiese a ogni maschio locale di età compresa tra i sedici e i trentaquattro anni di fornire volontariamente campioni di sangue per il test del DNA.
Alla fine di gennaio erano stati testati 5000 uomini.
Tuttavia anche questo enorme sforzo risultò inutile e dell’omicida non ci fù traccia e si cominciò a ipotizzare che l’omicida non fosse residente in quelle zone, ma un assassino di passaggio.
Il 1° agosto 1987, uno dei colleghi di Pitchfork alla panetteria, Ian kelly, rivelò ai colleghi di lavoro in un pub di Leicester di aver effettuato l’esame del sangue mascherandosi da Pitchfork. Pitchfork aveva detto a Kelly che voleva evitare di essere molestato dalla polizia a causa delle sue precedenti condanne per atti osceni.
Una collega che era presente nel pub ha denunciato il fatto alla polizia circa sei settimane dopo.
Il 19 settembre 1985 Pitchfork fu arrestato.
Durante l’interrogatorio, ha ammesso di essersi esposto a più di 1.000 donne, una compulsione iniziata nella sua prima adolescenza.
Successivamente è passato alla violenza sessuale e poi allo strangolamento delle sue vittime. Pitchfork ha detto che questo era per proteggere la sua identità, gli investigatori, però, hanno respinto questa ipotesi, considerando la motivazione degli strangolamenti come “sadismo pervertito”.
Durante i suoi interrogatori con la polizia ha ammesso i suoi crimini, ma ha mentito sul livello e sulla natura della violenza che aveva inflitto alle sue vittime.
Al processo, Pitchfork si è dichiarato colpevole dei due stupri e omicidi, oltre alla violenza sessuale su altre due ragazze. Nel gennaio 1988 fu condanno all’ergastolo per i due omicidi e a 10 anni per lo stupro delle vittime e condannato a tre anni per ogni accusa di violenza sessuale, ma il Segretario di Stato ha fissato un termine minimo di 30 anni, nel 2009, la pena minima è stata ridotta in appello a 28 anni. Secondo una perizia psichiatrica, Pitchfork era affetto da un disturbo psicopatico della personalità accompagnato da una grave patologia psicosessuale.
Gli è stata concessa la libertà condizionale nel giugno 2021 ed è stato rilasciato su licenza l’1 settembre dello stesso anno. Il 19 novembre fu richiamato in carcere per aver violato le condizioni della sua licenza.
Nel 2013 gli stata concessa la libertà condizionale per una seconda volte nel giugno 2023, ma dopo l’intervento del Lord Cancelliere Alex Chalk, il Parole Board ha riesaminato la sua decisione e ha deciso di non rilasciarlo.
Conclusioni
Il caso di Colin Pitchfork rimarrà per sempre un punto di svolta nella storia dell’uso dell’impronta genetica nella risoluzione dei crimini. La sua cattura e condanna hanno dimostrato il potenziale rivoluzionario di questa tecnologia nel portare giustizia alle vittime e garantire che i colpevoli non sfuggano alla responsabilità dei loro atti. Tuttavia, il caso di Pitchfork solleva anche domande etiche e legali sull’uso dell’impronta genetica, ponendo l’accento sull’importanza di bilanciare l’efficacia investigativa con la protezione della privacy e dei diritti individuali. Il suo caso rappresenta un punto di riferimento nella storia della criminologia moderna e continua a influenzare il modo in cui affrontiamo la criminalità e la giustizia penale.
Tuttavia, riflettendo su questa dolorosa vicenda, dobbiamo anche riconoscere il coraggio e la determinazione delle vittime e delle loro famiglie nel perseguire la verità e ottenere giustizia. Possa il caso di Colin Pickfork servire come monito costante per coloro che sono incaricati di proteggere la nostra società, affinché si adoperino con zelo e integrità per prevenire simili tragedie in futuro. Che le vite perdute non siano vane, ma piuttosto un richiamo alla responsabilità e alla vigilanza in nome della sicurezza e della giustizia per tutti.