img 1533 1.jpg
img 1533 1.jpg

Kenneth Smith, 58 anni, Alabama, è il primo uomo al mondo ad essere giustiziato mediante l’uso dell’azoto. Condannato per aver commissionato l’omicidio della moglie di un pastore, la sua esecuzione è stata notevolmente ritardata in attesa dell’esito di un appello alla Corte suprema americana.

L’impiego della “ipossia d’azoto” segna un traguardo storico nella pena di morte, suscitando preoccupazioni internazionali. Il Commissario dell’ONU per i diritti umani, Volker Türk, ha sollevato dubbi sulla sua umanità, temendo che possa configurare tortura o trattamento crudele.

L’azoto, comune nell’aria che respiriamo, diventa letale quando la sua percentuale aumenta, riducendo l’ossigeno disponibile. Questo metodo, precedentemente usato su suini e abbandonato per il rischio di morte lenta e sofferente, ha generato critiche intense. Durante l’esecuzione, testimoni hanno affermato che Smith è rimasto cosciente, tremante e sofferente per diversi minuti.

Le critiche, in particolare quelle provenienti dall’Alto commissario Onu per i diritti umani, sottolineano l’incompatibilità della pena di morte con il diritto fondamentale alla vita. Türk ha invitato gli Stati a considerare una moratoria universale, suggerendo che la pena capitale non sia un deterrente alla criminalità e sottolineando la necessità di muoversi verso l’abolizione.

La pena di morte è incompatibile con il diritto fondamentale alla vita. Non vi è alcuna prova che ciò scoraggi la criminalità. Piuttosto che inventare nuovi modi per attuare la pena capitale, esortiamo tutti gli Stati a mettere in atto una moratoria sul suo utilizzo, come passo verso l’abolizione universale

Questo evento segna un traguardo controverso nella storia delle esecuzioni e richiama l’attenzione sulla necessità di esaminare criticamente la pratica della pena di morte in sé. Questa pratica è davvero compatibile con i principi fondamentali dei diritti umani?

Bisogna sicuramente invitare a riflettere sulle alternative e sull’urgenza di giungere all’abolizione universale della pena capitale.

Di Vincenzo Marrone

classe V E

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *