Essere gentili, cortesi, pacati, rassicuranti, educati, ringraziare o chiedere scusa, ammettere i propri errori, perdonare ed essere grati al prossimo, sono azioni che possono influenzare il nostro benessere e la nostra salute?
“Biologia della gentilezza” è il titolo di un libro di Daniel Lumeraed Immaculata De Vivo, che mette in relazione come un cambiamento in termini di consapevolezza interiore possa influire positivamente sulla nostra salute e il nostro benessere, sulle nostre relazioni personali e il nostro DNA.
Questa complessa interazione tra salute e ambiente è stata approfondita dal Nurses’ Health Study (NHS), un importante studio cominciato nel 1976 all’Harvard Medical School negli Stati Uniti e tutt’ora in corso, mettendo in luce l’importanza e l’influenza dello stile di vita sul nostro organismo. Il nostro DNA, infatti, può esseremodificato dalle nostre scelte e stili di vita che trasformano la nostra genetica. I geni, infatti, non sono qualcosa di immutabile, ma rispondono attivamente alle sollecitazioni provenienti dall’ambiente esterno adattandosi e manifestando un potenziale positivo o negativo in base agli input ricevuti.
Per gli scienziati e i ricercatori esistono diverse molecole nel nostro organismo che sono in grado di indicarci se siamo predisposti aduna specifica malattia che vengono chiamati biomarcatori. Un particolare gruppo di biomarcatori, molto utile nel fornire informazioni sulla nostra salute sono i telomeri, strutture di DNA presenti alle estremità dei cromosomi, necessari a proteggerli da eventuali danni e mantenere integro il materiale genetico dellacellula.
IMPORTANZA DEI TELOMERI
Le cellule di un organismo si riproducono continuamente per sostituire quelle che giungono alla fine del loro ciclo vitale e adogni replicazione, i telomeri dei cromosomi, implicati in tale processo replicativo, perdono di volta in volta dei piccoli segmenti di DNA, generando così una nuova cellula, che avrà dei telomeri leggermente più corti rispetto alla cellula madre. Nel corso della vita, pertanto, la lunghezza originaria dei telomeri andrà gradualmente riducendosi, determinando nella cellula un processo di morte programmata nel momento in cui viene raggiunta una lunghezza critica tale da impedirne l’ulteriore replicazione.
I telomeri si possono considerare come una sorta di orologio biologico che determina la durata della vita di una cellula e, per estensione, anche dell’organismo a cui appartiene.
All’Harvard Medical School degli Stati Uniti, è stato scoperto che l’accorciamento della lunghezza dei telomeri, è influenzato anche da fattori ambientali e dallo stile di vita di un individuo. Il fumo e il consumo di alcolici, una cattiva alimentazione, la sedentarietà o lo stress sono tutte abitudini di vita che contribuiscono ad accelerare il logoramento telomerico, fattore che determina un invecchiamento precoce dell’organismo e l’insorgenza di malattie, poiché il DNA delle cellule, non essendo più adeguatamente protetto dai telomeri, diventa più vulnerabile ad esempio ai radicali liberi prodotti da condizioni stressanti. In un organismo sottoposto a stress, ansia o agitazione, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene porta alla produzione diadrenalina e glucocorticoidi, tra cui il cortisolo, non a caso anche chiamato “ormone dello stress”. Il cortisolo: aumenta i livelli di glucosio nel sangue, innalza la pressione sanguigna, produce un calo dell’appetito, acutizza la memoria e l’attenzione ed abbassa la percezione del dolore( effetti che inducono l’organismo all’azione).
È stato scientificamente dimostrato che brevi periodi di stress possono essere funzionali e non lasciare alcun segno duraturo sull’organismo, ma un’esposizione prolungata sia al cortisolo che ad altri ormoni associati, può provocare danni latenti collegati all’invecchiamento precoce e all’insorgenza di malattie croniche.
Il rilascio nel sangue di cortisolo e altri ormoni crea stress ossidativo e infiammazione, due condizioni biochimiche che favoriscono il logoramento dei telomeri.
Questi effetti possono essere modulati dall’adozione di strategie protettive come gli stili di vita sani, la gentilezza, una corretta alimentazione, la meditazione e buoni rapporti sociali, pertanto, bisogna impegnarsi a migliorare, fin da subito, la qualità della nostra esistenza. È stato dimostrato che le persone che accolgono e praticano con più costanza valori come la gentilezza in tutte le loro azioni giornaliere e nei rapporti sociali, hanno dei telomeri più lunghi rispetto a coloro che non lo fanno, e questo accade perché la gentilezza e tutti gli atteggiamenti positivi conseguenti ad essa, sono sorprendentemente in grado di contrastare i processi infiammatori e lo stress ossidativo che deteriorano i telomeri.
Essere gentili “con gli altri ma in primis soprattutto con sé stessi” e piantare il seme della gentilezza può dare frutti immensi, perché esso ha il potere di crescere e sbocciare anche nel fango e nelle condizioni più avverse.
IL POTERE DELLA GENTILEZZA
Il ritmo incalzante della vita moderna, rende difficile eliminare lo stress dalla nostra quotidianità, così come risulta difficile evitare il graduale processo di invecchiamento del nostro organismo, certamente, però, risulta possibile cambiare il modo in cui reagire ad esso e scegliere consapevolmente come vivere. La vera rivoluzione non può che partire da sé stessi, per poi avere un impatto anche sugli altri, sul mondo che abitiamo e sull’universo di cui facciamo parte. Scegliere la gentilezza, così come l’ottimismo, la felicità, il perdono, la gratitudine e l’apertura verso chi è diverso da noi, non è più solo una questione di buona educazione né una moda di passaggio, ma diventa una scelta consapevole, un potente strumento di benessere utile a neutralizzare le emozioni negative e ripristinare l’equilibrio emotivo sia nelle persone affette da gravi malattie, sia in persone sane soggette alle pressioni della vita quotidiana, perché la gentilezza è:
il punto di incontro tra dare e ricevere, cioè, quello spazio in cui scegli di donare ciò che vorresti ricevere, ed è così che ti fai dono