Il 16 luglio 2024, gli studenti del corso di Chimica, Materiali e Biotecnologie Sanitarie dell’I.I.S.S. “Ruggero d’Altavilla” hanno partecipato a un’attività di campionamento presso l’area naturale di Capo Feto. Questa attività fa parte del percorso co-curriculare “Il nostro mare: acqua azzurra, acqua chiara?”, uno dei 16 laboratori del Progetto “Resta a bordo” (M4C1I1.4-2022-981-P-16613 CUP I94D22003040006), finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU, e mirato alla prevenzione e al contrasto della dispersione scolastica (D.M. 170/2022).
Durante la giornata, gli studenti hanno osservato diverse specie di avifauna, tra cui il Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) e un suo pulcino nuotare in una gorga dell’area. Inoltre, hanno verificato la presenza di anguille nel canale e prelevato campioni d’acqua in vari punti per analisi chimico-fisiche e microbiologiche.
Nonostante l’interessante esperienza, gli studenti hanno riscontrato la presenza di rifiuti abbandonati, segno di mancanza di rispetto per questo importante habitat naturale. L’attività è stata guidata dal sig. Enzo Sciabica, esperto conoscitore dell’area, che ha sensibilizzato gli studenti sulla fragilità dell’ecosistema e sull’importanza della sua salvaguardia.
Scrive lo studioso:
E’ stato possibile osservare la straordinaria biodiversità della palude di Capo Feto. Oltre alla nidificazione del cavaliere d’Italia e del fraticello, lungo il vecchio canale dell’ex bonifica è stato possibile osservare anguille morte ed ancora guizzanti, tanti pesciolini come le gambusie e avannotti di cefali, ma la specie di pesce che ha destato grande attenzione è stato il ghiozzo. In un primo momento si è pensato che potesse essere il ghiozzo nero, ma dall’analisi attenta si è compreso che fosse il ghiozzetto minuto (Pomatoschitus minutus). Mentre si osservavano i pesci, è stata identificata la rara coppia di rondine rossiccia che molto probabilmente starà nidificando in uno dei magazzini abbandonati presenti nel sito, dato che è stata rilevata sin dal mese di aprile. La moria di pesci sarà dovuta probabilmente alla scarsa ossigenazione dell’acqua. Nel 2000, nel corso del progetto Life di riqualificazione ambientale, per evitare queste morie, si è pensato, attraverso un secondo Life, di ristabilire il contatto tra il canale collettore dell’ex bonifica o Canale di Corleo e il mare. Sulla scorta di quanto è stato osservato nel corso del monitoraggio quest’intervento appare oggi quanto mai improrogabile.
Il prof. Diego Foderà, docente esperto, e il prof. Maurizio Sferlazzo, tutor, ritengono fondamentale insegnare agli studenti il rispetto e la tutela dell’ambiente, valori che possono essere concretizzati attraverso il monitoraggio e la protezione ambientale. Pertanto, si invitano le autorità competenti a intervenire per rimuovere i rifiuti e sensibilizzare i cittadini al rispetto dell’ambiente.
Gli studenti hanno apprezzato l’opportunità di applicare sul campo le nozioni scientifiche apprese a scuola, utilizzare le tecniche di campionamento per una campagna di monitoraggio ambientale, analizzare i campioni raccolti e interpretare i risultati ottenuti.