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Papa Francesco ha di recente espresso la sua discordanza nei confronti della cosiddetta teoria gender (o ideologia gender) definendola

il pericolo più brutto del nostro tempo

in quanto annulla le differenze tra uomo e donna.

Quest’ultimo è un argomento che sta creando molti contrasti, soprattutto per la grande disinformazione e confusione creatasi, ma per poter metterci in posizione di dare un giudizio concreto dobbiamo prima capire di cosa si tratti e soprattutto chiederci: esiste davvero un’ideologia gender? O è solo un modo per ostacolare il progresso negli studi gender (o studi di genere)?

Gli studi di genere

Facciamo chiarezza… Gli studi di genere principalmente si occupano di definire la differenza tra sesso e genere. Il primo è dato dai cromosomi sessuali che definiscono i due sessi: maschio e femmina; il secondo è definito dall’identificazione individuale tra due generi: uomo o donna.

Un altro soggetto di questi studi è la demolizione degli stereotipi del modello femminile, maschile e dei suddetti “ruoli sociali”. Un esempio tipico è l’idea che, in una coppia eterosessuale con figli, la madre sia incaricata di svolgere le mansioni domestiche e il padre di mantenere economicamente la famiglia. Queste idee fortemente conservatrici non hanno fatto altro che alimentare gli squilibri sociali tra uomo e donna giustificando azioni maschiliste e/o discriminatorie nei confronti del genere femminile come la discrepanza tra i salari.

Ma quindi perché preoccupa così tanto il pontefice? Ovviamente perché va a minare lo stereotipo della famiglia tradizionale. Una visione moderna di una qualsiasi famiglia (eterosessuale e non) ormai sembra essere il terrore più grande di ogni conservatore politico e religioso, basta immaginarsi un uomo che lava i piatti mentre la donna torna a casa da lavoro…sembra quasi una trama da film horror.

Prospettiva progressista

Ma se il buio spaventa così tanto, accendiamo la luce nella nostra mente, spazziamo via le ragnatele e guardiamo tutto sotto un punto di vista più progressista: accettare la diversità tra sesso e genere non significa minare l’idea di famiglia, tanto meno negare la natura stessa dell’essere umano, ma piuttosto rivela un ampliamento della visione della famiglia che non esiste più solo nella sua forma tradizionale. Per di più, questo modo di vedere il mondo e la società non nega la vitale importanza della biologia nel determinare le differenze tra i sessi.

Un’altra questione da tener conto è che la violenza di genere è solo un risultato di questi stereotipi, sia al maschile che al femminile.

Se questi presupposti sono le basi per poter definire al meglio l’ideologia gender, possiamo ben constatare che questa potrebbe essere strumentalizzata per frenare il progresso verso una visione più inclusiva della società, un dogma usato per spaventare e allontanare le persone dagli studi gender che altro non sono che la promozione dell’uguaglianza e il rispetto per la dignità di ogni individuo, all’infuori del proprio genere di appartenenza.

Di Erika Nicolosi

Nel cuore della tumultuosa redazione del nostro giornalino, spicca la figura enigmatica e misteriosa di Erika, la nostra redattrice in nero. Silenziosa come un ninja letterario, sfreccia tra gli articoli con la grazia di un gatto in cerca di ispirazione. Ma non lasciatevi ingannare dalla sua apparente aura di mistero, perché dietro quegli occhiali da intellettuale serioso si cela una fervente attivista della penna. Erika è in prima fila quando si tratta di affrontare temi importanti e delicati. Il suo sguardo penetrante può trapassare le pagine per portarvi nei meandri delle questioni sociali più scottanti, e la sua penna è affilata come gli artigli di un felino in caccia. Il mix perfetto tra la quiete apparente di una redattrice in nero e la passione feroce di una difensora dei diritti, il tutto condito con un pizzico di follia felina.

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