In Medio Oriente si combatte da 120 giorni. Esattamente alle 6.30 del 7 ottobre scorso, il gruppo terrorista islamico palestinese Hamas ha sferrato a Israele dalla Striscia di Gaza, l’attacco più massiccio degli ultimi decenni; sono stati lanciati fra i 2.500 e i 5mila razzi, che hanno colto di sorpresa i soldati. Una cinquantina di miliziani ha fatto irruzione in un rave party, nel deserto del Negev, uccidendo almeno 260 persone e rapendone decine. Israele ha bombardato la Striscia e decretato lo stato di guerra, un “assedio completo” di Gaza con il taglio delle forniture di acqua, cibo, carburante ed elettricità.
L’obiettivo dichiarato per l’apertura del conflitto è la liberazione dei luoghi santi islamici e l’indipendenza dei Territori palestinesi. Ma le ragioni sono evidentemente altre; l’Iran ha subitamente sostenuto la “resistenza palestinese” e Hamas con aiuti economici e militari.
Vicini alle posizioni di Hamas anche il Libano e il Qatar. Sul fronte anti-iraniano gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein, il Marocco e la Giordania, che hanno siglato nel 2020 gli Accordi di Abramo con Israele. A fianco di Israele sono schierati gli Stati Uniti.
L’Unione Europea ha condannato gli attacchi di Hamas. In tutto questo orrore, al confine tra Libano e Israele, sono presenti più di diecimila militari provenienti da 47 nazioni diverse e 1200 sono soldati italiani,sono i Caschi Blu dell’ONU, UNIFIL.
I caschi blu presenti nel territorio, stanno cercando di mediare e allo stesso tempo di difendersi dai vari attacchi degli Hezbollah, terroristi presenti in Libano, ma anche dai missili che giungono da Israele
La partecipazione italiana UNIFIL, è iniziata nel marzo 1979; il contingente italiano, è schierato a ridosso della Linea Blu di demarcazione con Israele, il loro compito è di monitorare la cessazione delle ostilità e di dare la propria assistenza per aiutare ad assicurare un corridoio umanitario alla popolazione civile.
Tra questi ragazzi che rischiano ogni giorno la loro vita,c’è mio figlio Vincenzo,un ragazzo di 23 anni, che da sei mesi è in missione nella famigerata linea blu. Giorni di ansia e di coraggio, giorni indimenticabili.
Attualmente i Caschi Blucontinuano a monitorare il rispetto del cessate il fuoco, rischiando la vita ogni giorno, per una guerra che non accenna a concludersi e che purtroppo ci vede tutti coinvolti.