Quando ho letto che Papa Francesco è morto stamattina, non so perché, ma mi ha preso qualcosa dentro. Non sono super religioso, ma lui era diverso. Parlava chiaro, sembrava vero. Non faceva il Papa “da palazzo”, ma quello che appena eletto saluta con “Buonasera”, che vive in una stanza normale, che ti guarda in faccia e ti ascolta davvero.
Era nato in Argentina, in un quartiere semplice, tra figli di emigrati, gente come noi. Da giovane studiava chimica, poi ha scelto la strada della fede, ma senza mai diventare uno di quei preti lontani anni luce dalla realtà. È rimasto uno “di strada”. E quando è diventato Papa, nel 2013, non ha cambiato stile. Ha cambiato il modo di essere Papa.
Diceva che la Chiesa doveva uscire, andare nelle periferie, stare con gli ultimi. E lo faceva. Andava nei posti dimenticati da tutti, parlava con i migranti, con chi aveva perso tutto. Non solo parole, ma gesti veri. Tipo quando, a Manila, ha guardato la gente negli occhi dopo un tifone e ha detto: “Io non so cosa dirvi. Ma Dio sì”. Boom. Niente frasi fatte, solo verità.
Mi ha sempre colpito come vedeva il mondo: diceva che le cose si capiscono meglio da lontano, dalle periferie, non stando al centro. Aveva quella mentalità da esploratore, da Magellano, uno che non si accontenta mai di quello che vede subito.
Non sono uno che parla spesso di religione, anzi. Ma Papa Francesco mi ha sempre fatto pensare. Non sembrava uno che predicava dall’alto, ma uno che capiva la gente, che ci stava in mezzo. Uno vero.
Mi ha insegnato che non serve essere “santi” per fare il bene, basta essere umani. E magari, nel nostro piccolo, possiamo provarci anche noi. Anche solo ascoltando, aiutando un amico, dicendo una parola giusta. Forse è questo che lascia: il coraggio di essere persone migliori, anche senza fare grandi cose.
Papa Francesco non ha lasciato eredità materiali. Ma ha lasciato un’idea: essere umani, prima di tutto. Semplici. Presenti. Veri.
E ora che non c’è più, tocca a noi decidere se raccogliere quello che ha piantato… o far finta di niente.