Gli studenti della IIIE (Biotecnologie Sanitarie) dell’I.S. Ruggiero D’Altavilla scoprono la presenza di amido nella ricotta.
Durante un esperimento condotto in laboratorio di microbiologia, gli studenti della IIIE dell’Istituto Superiore Ruggiero D’Altavilla, indirizzo Biotecnologie Sanitarie, hanno rilevato la presenza di amido in campioni di ricotta, un ingrediente non consentito nel prodotto grezzo.
La ricotta, nonostante sia un latticino derivato dalla caseificazione, non è tecnicamente classificata come formaggio (I.R.D., 1925). Non viene ottenuta infatti attraverso la coagulazione della caseina, ma delle proteine del siero di latte, cioè la parte liquida che si separa dalla cagliata durante la caseificazione.
A livello normativo, è considerata un sottoprodotto della caseificazione e inserita nel gruppo dei formaggi a siero dal Codex Alimentarius, la raccolta di norme internazionali che regolano la produzione alimentare.
Nel corso dell’esperimento, gli studenti hanno prelevato campioni di ricotta da due caseifici locali e due pasticcerie. Utilizzando il test di Lugol, una soluzione che rivela un colore nero in presenza di amido e arancione in assenza di questo componente, è emerso che in uno dei campioni provenienti da una pasticceria, era presente amido. Questo ingrediente è consentito solo nella crema di ricotta, ma non nella ricotta grezza, facendo luce su un possibile caso di frode alimentare.
La frode alimentare, che consiste nella produzione e distribuzione di alimenti non conformi alle normative, si suddivide in due categorie: frode sanitaria e frode commerciale. “Nel caso della ricotta, l’aggiunta di amido, che aumenta il volume del prodotto, rappresenta un tentativo di abbassare i costi di produzione”, precisa il professore Antonino Signorello che ha seguito i ragazzi nell’esperienza, “a discapito della qualità del prodotto”.
Il caso solleva interrogativi sulla trasparenza del settore alimentare e sull’importanza di garantire prodotti di qualità per i consumatori. La lezione impartita dagli studenti dell’I.S. Ruggiero D’Altavilla va oltre la semplice analisi scientifica, diventando un monito contro le pratiche di frode alimentare e l’importanza di un controllo rigoroso sulla produzione e distribuzione degli alimenti.
“Dal punto di vista didattico”, sottolinea il professore Signorello, “questa attività ha stimolato la capacità di osservazione, l’attenzione ai dettagli e il rigore scientifico, elementi essenziali per il lavoro in ambito biotecnologico”.
L’esperimento ha evidenziato l’importanza del controllo di qualità e della sicurezza alimentare, settori in cui le competenze biotecnologiche giocano un ruolo cruciale.