Noi ragazze dell’ultimo anno di Biotecnologie sanitarie dell’I.S. “R. D’Altavilla” abbiamo deciso di celebrare la “Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza”, istituita nel 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di promuovere la piena ed equa partecipazione delle donne e delle ragazze alla scienza.
Questa iniziativa nasce dalla consapevolezza che la disuguaglianza di genere nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) rappresenta un ostacolo per le donne, ma anche per il progresso dell’umanità nel suo complesso: se per un bias dei decisori (o delle decisore, nemmeno le donne sono immuni dai pregiudizi) ai vertici di aziende e istituzioni scientifiche arrivano solo uomini, è lecito pensare che non si stiano scegliendo le persone migliori per quel determinato ruolo, ma solo gli uomini migliori.

E noi, a pochi mesi dal termine del nostro percorso scolastico, ci stiamo preparando per un passo fondamentale della nostra vita: la scelta dell’università, chiedendoci come sarà il nostro futuro nei percorsi STEM, dato che la maggior parte di noi continuerà gli studi nelle facoltà scientifiche dei vari atenei italiani.
Un passo che ci aprirà le porte di un mondo vasto, stimolante e innovativo, che ci spinge a guardare al futuro con determinazione e curiosità.

Da quando abbiamo intrapreso questo percorso di studi, abbiamo imparato ad apprezzare la bellezza e la complessità delle scienze, specialmente quelle applicate alla salute e al benessere umano.
Le biotecnologie sono una disciplina che ci ha fatto capire quanto sia potente la scienza nel migliorare la qualità della vita delle persone e quanto sia fondamentale l’approccio interdisciplinare per affrontare le sfide del nostro tempo.
La ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, la medicina e la salute pubblica sono campi in continua evoluzione, che richiedono competenze sempre più specializzate e aggiornate.

Siamo convinte che, in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, le competenze scientifiche e tecnologiche siano essenziali per poter affrontare le sfide future, non solo a livello professionale, ma anche a livello sociale ed etico.
Le professioni legate a questi settori sono in continua espansione e offrono opportunità incredibili per chi ha la passione per l’innovazione e il desiderio di contribuire al progresso.

La nostra decisione di proseguire gli studi nelle facoltà STEM non è solo una scelta per il nostro futuro, ma anche un impegno a onorare quelle scienziate che, nonostante il loro impegno straordinario, non hanno ricevuto il riconoscimento che avrebbero meritato e che sono state dimenticate o messe da parte.

Abbiamo scelto di intraprendere un percorso accademico che ci permetta di esplorare il potenziale delle scienze, non solo per le opportunità che ci offrirà, ma anche per essere parte di un movimento che vuole rendere omaggio a tutte quelle donne che hanno contribuito in modo determinante alla scienza, ma che sono state dimenticate o messe da parte.

…E ci vengono in mente tutte quelle ragazze che ci hanno preceduto e che avevano forse, gli stessi nostri dubbi o gli stessi nostri sogni, ma hanno intrapreso questo percorso STEM. Nonostante il loro impegno straordinario, non hanno ricevuto il riconoscimento che avrebbero meritato e sono state dimenticate o messe da parte. Ma di chi stiamo parlando?

O… ma la lista sarebbe troppo lunga e anche se ci piacerebbe poter scrivere di ognuno di loro risulterebbe davvero impossibile, per cui ci fermiamo qui ricordandole tutte soltanto con il nostro pensiero…scientifico.

Nonostante i progressi del XX e XXI secolo, le donne continuano a essere sottorappresentate nelle discipline STEM e a ricevere meno finanziamenti e riconoscimenti rispetto agli uomini. La nota positiva che vogliamo evidenziare è rilevare che negli anni, questa giornata ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e a incentivare politiche a favore della parità di genere nella ricerca scientifica. Negli ultimi anni, infatti, iniziative globali e programmi di mentoring stanno contribuendo a ridurre il divario di genere nella ricerca scientifica.

Oggi, scienziate come Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier, vincitrici del Nobel per la Chimica nel 2020, per lo sviluppo della tecnica CRISPR di editing genetico, dimostrano quanto il contributo femminile sia essenziale per il progresso scientifico. Istituzioni accademiche, centri di ricerca e aziende tecnologiche organizzano eventi, conferenze e attività di divulgazione per mettere in luce i successi delle scienziate e ispirare le nuove generazioni.

Non potremo chiudere questo omaggio alle donne STEM senza ricordare due scienziate italiane conosciute in tutto il mondo: Rita Levi Montalcini e Margherita Hack.

Quirinale.it, Attribution, via Wikimedia Commons

Rita Levi Montalcini (1909-2012), è stata una neuroscienziata italiana, premiata con il Premio Nobel per la Medicina nel 1986 per la scoperta del fattore di crescita nervoso (NGF), una proteina fondamentale per la crescita e la sopravvivenza delle cellule nervose. Le sue ricerche hanno rivoluzionato la comprensione dello sviluppo del sistema nervoso e hanno avuto applicazioni nelle malattie neurodegenerative.

Margherita Hack (1922-2013), è stata un’astrofisica e una divulgatrice scientifica, prima direttrice donna in Italia di un osservatorio astronomico, quello di Trieste. Oltre alla scoperta delle Cefeidi, ha esplorato l’Universo attraverso i raggi ultravioletti e nel 1961, osservò la stella Epsilon Aurigae, una supergigante di magnitudine 3, lontana 6500 anni luce e ben duecentomila volte più luminosa del Sole. Anticonformista, schietta e sempre fuori dalle righe, ha dato un contributo enorme alla divulgazione dell’astronomia in Italia, facendo appassionare generazioni di italiani alla scienza e promuovendo il ruolo di donne e ragazze nelle discipline STEM.

E per concludere riportando dati dell’UNESCO, che le donne rappresentano ancora solo il 33% dei ricercatori a livello globale, e meno del 30% delle studentesse universitarie sceglie corsi di laurea nelle discipline STEM, noi scegliamo di continuare i nostri studi nelle facoltà STEM, sia per onorare il lavoro delle scienziate del passato, ma anche per costruire un futuro dove le donne siano finalmente riconosciute per i loro meriti. Siamo convinte che, con la giusta educazione, passione e determinazione, possiamo non solo fare progressi scientifici, ma anche abbattere le barriere di genere che ancora oggi esistono nel mondo della ricerca e dell’innovazione.

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