Vivere la scuola da ogni punto di vista è un concetto affascinante. Ma diciamolo: quando ho sentito che il 20 dicembre i professori avrebbero organizzato un pranzo di Natale tutto per loro, ho avuto un misto di curiosità e invidia. Non tanto per il cibo (anche se… chissà cosa avranno mangiato), ma perché improvvisamente la scuola sembrava trasformarsi da luogo di lavoro e studio a uno spazio di condivisione, un po’ come il salotto di casa. E poi, vogliamo parlare del miracolo? Uscire alle 13:15 invece delle solite 16:15. Più che Natale, sembrava Pasqua!
Immaginare i professori seduti intorno a un tavolo, a ridere e chiacchierare come amici di vecchia data, è stato uno spettacolo mentale quasi surreale. Di solito li vediamo dietro la cattedra, con lo sguardo severo e il registro in mano. Ma stavolta, con questa idea di pranzo condiviso, la scuola ha cambiato faccia: non più solo un posto per imparare (e sopravvivere alle verifiche), ma uno spazio dove si può anche vivere, davvero.
Ovviamente, noi studenti non eravamo invitati, e su questo ci siamo fatti qualche risata. “E se ci travestiamo da professori, magari ci fanno entrare?”, oppure “Chissà se stanno brindando con l’acqua frizzante… o magari con qualcosa di più ‘forte’!”. Scherzi a parte, è stato bello vedere come la scuola potesse trasformarsi in un vero e proprio spazio di comunità, non solo per noi, ma anche per chi ci lavora. Alla fine, quell’evento ci ha fatto sentire che la scuola appartiene un po’ a tutti, non solo agli studenti.
E poi, l’uscita anticipata è stata la ciliegina sulla torta. Quando è suonata la campanella alle 13:15, c’è stato quasi un boato di gioia. “Grazie, pranzo dei prof, sei il nostro eroe”, abbiamo pensato tutti. Ma, oltre alla pausa extra, c’è stato anche un insegnamento nascosto: la scuola può essere più di un edificio pieno di regole. Può essere un luogo di incontro, di umanità e, perché no, anche di festa.
Insomma, il pranzo dei professori è stato un piccolo gesto che ha avuto un grande impatto. Ci ha mostrato un lato diverso della scuola, più familiare e più vicino. Ora, però, una cosa va detta: se l’idea è di vivere la scuola da ogni punto di vista, la prossima volta invitateci. Siamo pronti a portare il pandoro, panettoni e quant’altro!
Vivere la scuola come abbiamo fatto oggi significa andare oltre la routine quotidiana, cogliere quei momenti di condivisione che trasformano la nostra scuola da semplice luogo di lavoro e apprendimento a spazio di comunità. (Dott.ssa Grazia Maria Lisma)