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Nell’ambito dell’attività di PCTO, il 2 Febbraio 2024  si è svolto nei locali dell’Aula Magna dell’istituto IISS R. D’Altavilla, l’incontro con le  volontarie dell’AVO (Associazione Volontari/e Ospedalieri/e) sul tema della  GENTILEZZA.

L’importanza della gentilezza nell’ambiente ospedaliero

Ad aprire la conferenza è stata la Presidente dell’Associazione Francesca Rizzo, che ha illustrato le loro attività di supporto morale ed emotivo nei confronti dei malati ospedalieri e delle loro famiglie che spesso si trovano in stato confusionale, spaesati, preoccupati e addolorati.

A seguire la Sig.ra /Dott.ssaFrancesca Vicari si è soffermata  in modo approfondito sul significato e sul valore  della Gentilezza. Quest’ultima è fondamentale nelle nostre vite, spiega la volontaria; essa è un insieme di piccoli gesti che possono portarci a cambiare la nostra vita solo in positivo. Soprattutto in un ambiente dove si respira un’ aria di sconforto come in ospedale, la gentilezza è essenziale, e aggiunge:

Riusciamo a far dimenticare loro, anche solo per pochi istanti, la malattia

Per sensibilizzare ancora di più sull’argomento, la nostra volontaria ha letto al pubblico una filastrocca intitolata “Thank you”, scritta da Angela Rosa Nigro, che con versi semplici in rima baciata è riuscita ad attirare l’attenzione del pubblico.


Ci son semplici parole luminose come il sole, molto facili da dire e non sanno mai ferire […] usale con cura, come fosse un’avventura: riempi il mondo di bellezza, spargi ovunque gentilezza!

La gentilezza nell’ambiente scolastico e il potere dell’effetto domino

Un altro contesto in cui è essenziale avere come base la gentilezza è la scuola: un semplice gesto da parte di un/una alunno/a verso un/una professore/ssa puó risvoltare la giornata di entrambi/e.

Alimentare un rapporto di continua stima, rispetto e fiducia non può far altro che creare un ambiente accogliente e non ostile nei confronti di chi, prima di essere professore/ssa, maestro/a o studente/ssa, è un essere umano, una persona per cui sentirsi apprezzati è molto importante.

Inoltre è essenziale tener conto del cosiddetto “effetto domino” che possiamo riscontrare nella società tutti i giorni: un gesto di gentilezza può spingere un’altra persona a compierne un altro e così via. 

Per rendere più efficace il concetto di effetto domino è stato proiettato un video che mostrava un uomo chiuso in se stesso, con le mani perennemente in tasca come segno di respinta verso le persone circostanti, fino al gesto di una signora anziana che lo prende per il braccio chiedendogli aiuto per attraversare la strada; nel momento in cui una macchina stava per investire i due lui estrae la sua mano dalla tasca per far cenno all’auto di fermarsi salvando entrambi.

Una volta tornata a casa la sera guarda quella mano pensieroso e si rende conto che anche un gesto semplice che può sembrare inutile , talvolta non è tale.

Il giorno dopo rimedia a tutte le volte che ha ferito qualcuno assumendo un atteggiamento  più accogliente e positivo, e mentre vede un uomo con la stessa aria scorbutica che aveva anche lui poco tempo prima, si finge cieco prendendo il braccio dell’uomo in modo da poter far aprire anche a lui gli occhi.

Questo video rappresenta bene il significato e la funzione delle gentilezza: essa è  necessaria per far aprire gli occhi verso il mondo e non soltanto verso se stessi e per liberare il cuore dagli stereotipi. È così che conclude il suo discorso la signora Francesca Vicari, augurando buona gentilezza a tutti.

La lotta contro la violenza e il ruolo della coscienza civica

Successivamente al discorso sulla gentilezza, è stato trattato un tema che è l’esatto opposto: la violenza.

È stato proiettato un altro video scaricato da TikTok che mostra una ragazza che racconta la storia: una relazione tra un ragazzo e una ragazza, in cui lui piano piano applica sempre di più la violenza psicologica verso lei, prima convincendola a vestirsi sempre meno scollata, poi a truccarsi in modo meno appariscente e infine allontanandola dai suoi amici, così che, quando lei ha deciso di lasciarlo, lui l’ha minacciata di uccidersi, costringendola con i sensi di colpa a stare ancora con lui.

La ragazza non aveva lividi, almeno non fisici, ma alla fine del video pronuncia un discorso su quanto sia importante pensare anche alla violenza psicologica che spesso è quella meno tenuta in considerazione nonostante sia quella più diffusa.

È così che apre invece il discorso la Dottoressa Alba Di Giorgi, terapeuta e presidente dell’Associazione Demetra, uno sportello di assistenza per le vittime di violenza fisica e/o psicologica che ha sede nel Palazzo della legalità (Via Giotto 23).

Collaborando nei casi più estremi anche con le forze dell’ordine e con gli avvocati, è diventato un vero e proprio punto di riferimento per le donne e per chiunque sia una vittima.

La dottoressa ha illustrato al meglio agli studenti quanto sia importante avere un confronto con adulti, tra cui anche insegnanti, e denunciare se si è a conoscenza di casi di violenza, anche se non si è certi ti tali casi.

Momenti emozionanti ha suscitato  la lettera di Daniel Lumera letta da Filippa Campo, un’altra volontaria dell’Associazione Gentile; si tratta di una lettera che un padre dedica al figlio, in cui si ribadisce l’importanza delle parole nella società

Nello zaino metti anche umiltà e gratitudine

La prima per essere sempre sobrio e poter ricordare i valori che contano davvero, la seconda perché “grazie” dovrebbe essere la prima e l’ultima parola di ogni giorno che ci è concesso, a prescindere da ciò che accade.”

Riflessioni finali e testimonianze

Al termine dell’incontro, Angelo Bucca, alunno della 5^ F, ha chiesto di poter leggere una sua poesia che parla d’amore, che è fonte della gentilezza.

L’alba e il tramonto si intrecciano, come amanti destinati a incontrarsi e separarsi

Si conclude così questa conferenza che è riuscita a suscitare emozioni e riscaldare gli animi di studenti e professori.

Di Erika Nicolosi

Nel cuore della tumultuosa redazione del nostro giornalino, spicca la figura enigmatica e misteriosa di Erika, la nostra redattrice in nero. Silenziosa come un ninja letterario, sfreccia tra gli articoli con la grazia di un gatto in cerca di ispirazione. Ma non lasciatevi ingannare dalla sua apparente aura di mistero, perché dietro quegli occhiali da intellettuale serioso si cela una fervente attivista della penna. Erika è in prima fila quando si tratta di affrontare temi importanti e delicati. Il suo sguardo penetrante può trapassare le pagine per portarvi nei meandri delle questioni sociali più scottanti, e la sua penna è affilata come gli artigli di un felino in caccia. Il mix perfetto tra la quiete apparente di una redattrice in nero e la passione feroce di una difensora dei diritti, il tutto condito con un pizzico di follia felina.

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